VIAGGIO IN EUROPA – Stagione 2011/’12
Lo spettacolo, un vero “Viaggio in Europa” teatrale, mette in scena tre atti unici di tre autori significativi del novecento, l’italiano Luigi Pirandello, l’irlandese George Bernard Shaw e il francese Georges Courteline. Lo spettacolo affronta e confronta tre diversi generi teatrali: il dramma, la commedia borghese e la farsa.
Si parte dalla scrittura rigorosa di Luigi Pirandello che ne La morsa”, scritta nel 1892, esprime un perfetto dramma carico di tensione psicologica che sfocia in un finale forte ed emotivamente scioccante: un triangolo amoroso che rende la quotidianità cupa, difficile e soffocante fino alla tragedia conclusiva.
Il secondo atto unico dello spettacolo propone la commedia brillante, tipica della scrittura “della buona società”, che Gorge Bernard Shaw sfuma in tratti satirici anche di critica sociale all’ipocrisia della borghesia suo tempo: “<b>Come lui mentì al marito di lei</b>”, del 1904, è un esilarante rovesciamento del triangolo classico del teatro borghese: il marito, la moglie e l’amante in un divertente gioco di colpi di scena, al cui fondo si avverte la critica graffiante di Shaw contro l’ipocrisia e la vacuità della società del suo tempo.
Infine lo spettacolo propone come terzo atto un raro testo del francese Gorge Courteline, una farsa dai toni grotteschi, che richiama fortemente il <i>grand-guignol</i> e ritrae un quadretto famigliare stravolgendolo fino al delirio comico: “<b>I signori Boulingrin</b>” del 1899 propone macchiette di personaggi mediocri e ridicoli, di piccolo-borghesi stolti e feroci: una farsa ben congegnata e ben rappresentata che, fra capitomboli, spade e pistolettate ridicolizza e stravolge il rapporto di coppia.
GUIDA ALLA VISIONE DELLO SPETTACOLO
I tre atti unici che compongono lo spettacolo presentano tre generi diversi: teatro psicologico (Pirandello), commedia borghese (Shaw) e farsa (Courteline) e in essi è presente, come filo conduttore, il tema della coppia e delle sue complesse e talvolta imprevedibili dinamiche, viste come dramma da Pirandello, come una specie di gioco di società da Shaw e come una grottesca lotta senza esclusione di colpi da Courteline. Gli stacchi musicali che separano i tre atti unici sottolineano il carattere specifico dell’azione che si svolge sulla scena.
La morsa (rappresentata nel 1910)
Protagonisti dell’atto unico, che concentra l’azione all’epilogo di un classico “triangolo” amoroso (infatti la prima scrittura drammatica del testo aveva come titolo “L’epilogo”), sono Giulia, l’amante Antonio e il marito Andrea. Antonio Serra, tornato da un viaggio d’affari svolto con Andrea, precede l’arrivo di quest’ultimo in casa di Giulia, per comunicarle con angoscia i suoi sospetti che Andrea abbia capito da un fuggevole gesto il legame che unisce i due amanti. La donna è in preda al panico, consapevole delle conseguenze che il tradimento della moglie comporta, secondo le spietate leggi che tutelano “l’onore” della famiglia nella società del tempo. Cerca tuttavia di abbandonarsi alla speranza che il marito non abbia scoperto nulla e che siano solo frutto di paura i sospetti di Antonio, che nell’incertezza della situazione comincia a rivelare la sua natura meschina e pusillanime. Quando Andrea poco dopo rientra a casa si comporta con una naturalezza che induce Giulia alla speranza: il suo, però, è solo un freddo e crudele calcolo perché, avendo in realtà scoperto il tradimento, ha deciso di stringere a poco a poco la donna in una “morsa” che non le lascia scampo, attraverso un crescendo di allusioni e di mezze parole. Non concede nessuna attenuante alla donna, che nel riconoscere la sua colpa cerca di chiarirne anche le motivazioni. La spietata condanna di Andrea nei confronti di Giulia provoca il repentino suicidio di quest’ultima, ormai sentitasi priva di qualsiasi possibilità di riscatto familiare e sociale.
Come Lui mentì al marito di Lei (1904)
Bernard Shaw, acuto critico della morale borghese, rappresenta in questo breve testo teatrale il tentativo di un giovane poeta, innamorato di una signora della buona società londinese, di ingannare il marito di lei, presentandogli una versione della realtà contraria all’evidenza dei fatti, allo scopo di placare la sua gelosia: paradossalmente, però, tale tentativo provoca un effetto opposto a quello sperato, poiché stimola il risentimento dell’uomo, colpito nella sua vanità e nel suo orgoglioso senso di possesso. La giovane donna ha perso le poesie che l’amante ha scritto per lei: sospetta che le siano state rubate dalla cognata Georgette e teme che possano così finire nelle mani di suo marito, con conseguenze disastrose. L’innamorato poeta, sognatore idealista, pensa che questa possa essere finalmente l’occasione di un chiarimento della loro situazione, ma Aurora lo convince a fornire a suo marito una diversa versione dei fatti: il giovane dichiara così all’uomo di aver scritto quelle poesie ispirate all’aurora e, dal momento che la signora si chiamava Aurora, aveva pensato di fargliele leggere, ma sostiene che non avrebbe mai potuto nutrire per la donna sentimenti d’amore. Il marito si sdegna inaspettatamente di fronte a quest’ultima affermazione, poiché gli sembra che sminuisca la moglie, e si placa solo quando il giovane riconosce la bellezza e il fascino della donna, dichiarando di amarla.
I signori Boulingrin (1898)
Un uomo dal buffo cognome spera, con la sua mentalità di profittatore, di risolvere il problema delle lunghe serate invernali, recandosi in visita dai signori Boulingrin, di cui ha avuto informazioni rassicuranti da una coppia di conoscenti, che glieli hanno presentati come due tranquille persone amabili; la realtà tuttavia gli riserverà una sgradevole sorpresa, poiché i due coniugi cominceranno a litigare in modo furibondo in sua presenza, coinvolgendolo nei loro esasperati conflitti: il malcapitato correrà un serio pericolo e riuscirà solo a stento a porsi in salvo.
Attraverso i modi grotteschi della farsa Courteline spinge al paradosso il conflitto delle opinioni, delle volontà e dei sentimenti che può trasformare in odio un tranquillo rapporto di coppia (viene in mente, a questo proposito, la crudele commedia “La guerra dei Roses”, film del 1989) e, più in generale, rappresenta la stupidità e la cattiveria degli uomini.