PIRANDELLO PREMIO NOBEL
Stoccolma, 10 Dicembre 1934
Premio Nobel per la Letteratura a Luigi Pirandello
Motivazione:
“For his bold and ingenious revival of dramatic and scenic art”
“Per lo schietto e geniale rinnovamento nell’arte scenica e drammatica”
Spettacolo Teatrale in tre atti:
Cerimonia di consegna e discorso (Ricostruzione Storica)
L’uomo dal fiore in bocca (Atto Unico)
La Patente (Atto Unico)
Il 9 novembre 1934 Luigi Pirandello ricevette a Roma il telegramma con cui Per Hallström, segretario permanente dell’Accademia di Svezia, gli comunicava l’avvenuta assegnazione del Premio Nobel per la Letteratura. La sua casa romana di via Antonio Bosio, una traversa della Nomentana, fu invasa quello stesso giorno da giornalisti e fotografi, e lo scrittore dovette adattarsi a mettersi in posa, curvo sulla macchina da scrivere, dove batté su un foglio una sola ripetuta esclamazione: «pagliacciate! pagliacciate!…» (dalla biografia di Antonio Giudice 1963). Era un modo tipicamente pirandelliano di irridere a se stesso e al rituale delle interviste, a cui peraltro spesso consentiva o doveva consentire, come è ovvio “Quando si è qualcuno”. Nella commedia rappresentata con quel titolo in Argentina l’anno prima aveva tramato la beffa di un vecchio scrittore che invano tenta di cancellare i più resistenti stereotipi della sua fama letteraria. E ora, senza sottrarsi agli obblighi della notorietà, nascondeva con uno scherzo il disagio della sua esibizione, lasciando il foglio dattiloscritto a futura memoria. Non intendeva né poteva, certo, beffarsi di un prestigioso riconoscimento che consacrava la sua fama internazionale giunta ormai al culmine. La cerimonia dell’assegnazione del Nobel (il 10 dicembre 1934) fu anticipata da una serie di festeggiamenti a Londra e a Parigi, da dove lo scrittore raggiunse il 9 dicembre Stoccolma. Lo spettacolo propone nella prima parte una ricostruzione storica dell’
assegnazione del premio Nobel a Luigi Pirandello con la messa in scena di episodi tratti dalla biografia del maestro, registrazioni e filmati d’epoca e l’esposizione del discorso ufficiale tenuto in occasione della cerimonia di consegna. Lo spettacolo propone tra molte scoperte e un affascinante percorso artistico teatrale anche l’ascolto dell’unica registrazione audio della voce originale di Luigi Pirandello.
Segue la rappresentazione di due tra i più celebri testi che Pirandello scrisse per il teatro: “L’uomo dal fiore in bocca” e “La Patente”, che ben rappresentano alcuni dei peculiari aspetti della poetica pirandelliana.
“L’uomo dal fiore in bocca”, allestito nel 1923 come trasposizione scenica della novella “La morte addosso”, presenta una riflessione sul rapporto vita-morte che esprime una drammatica contraddizione tra il senso di inutilità della vita, il disperato bisogno di attaccarsi ad essa, e l’amaro rimpianto di perderla. Il protagonista, affetto da epitelioma (il “fiore in bocca” che la morte, passando, gli ha lasciato addosso) ha un casuale dialogo con un viaggiatore e gli comunica la sua pena segreta, con l’apparente distacco di chi osserva dall’esterno la vita degli altri, giudicandola vana e sciocca. Tuttavia, proprio mentre esibisce il suo disinteresse, frutto di un atteggiamento solo razionale, manifesta uno struggente attaccamento alla vita: “Perché, caro signore, non sappiamo da che cosa sia fatto, ma c’è, c’è, ce lo sentiamo tutti qua, come un’angoscia nella gola, il gusto della vita, che non si soddisfa mai…”. L’uomo ha bisogno, per rimuovere il pen¬siero della morte, di attaccarsi con l’immaginazione alla vita degli altri, degli estranei e occupa così il suo tempo a contemplare la vita “senza piacere…anzi…per sentirne il fastidio, per giudicarla sciocca e vana”.
L’Atto Unico “La Patente” scritto come novella nel 1911, viene sceneggiato in dramma teatrale in un atto e rappresentato per la prima volta al teatro Argentina di Roma nel 1919. L’opera è uno dei più compiuti esempi di umorismo pirandelliano. Rosario Chiarchiaro, bollato dalla fama di iettatore dall’intero paese, rovescia la diffamazione assumendola interamente e con sottile ironia la incarna nel suo contrario. La patente di iettatore che a questo punto Chiarchiaro pretende dal giudice D’Andrea diviene così lo strumento del proprio riscatto.
IL PREMIO NOBEL
Il premio Nobel (pronunciato con l’accento sull’ultima vocale: Nobèl) è un’onorificenza di valore mondiale, attribuita annualmente a persone che si sono distinte nei diversi campi dello scibile, «apportando considerevoli benefici all’umanità», per le loro ricerche, scoperte ed invenzioni, per l’opera letteraria, per l’impegno in favore della pace mondiale. Viene all’unanimità considerato come l’encomio massimo dell’epoca contemporanea. Il premio fu istituito in seguito alle ultime volontà di Alfred Nobel, (1833-1896) industriale svedese e inventore della dinamite. La prima assegnazione dei premi risale al 1901, quando furono consegnati il premio per la pace, per la letteratura, per la chimica, per la medicina e per la fisica. La cerimonia di consegna si tiene il 10 dicembre, anniversario della morte del fondatore.
BIOGRAFIA DI LUIGI PIRANDELLO
Luigi Pirandello nacque a Caos, presso Agrigento, nel cuore della Sicilia, il 28 giugno 1867. La sua esistenza fu contrassegnata dapprima dal dolore per l’incomprensione dimostrata nei suoi confronti dai genitori, e poi dalla gelosia morbosa della moglie. Di tutto ciò si trova indubbiamente traccia nella sua opera di drammaturgo, ma l’esperienza individuale fu sempre filtrata da Pirandello attraverso lo studio estetico più disciplinato e il massimo rigore stilistico. Nulla fu più lontano da Pirandello del concepimento della vita come letteratura, e in questo rifiuto dell’imperante dannunzianesimo il drammaturgo siciliano fu tanto meritevole quanto coerente. II padre di Pirandello, Stefano, originario della Liguria e giunto in Sicilia al seguito dei garibaldini, voleva fare del figlio un commerciante. Il giovane Luigi dovette quindi lottare per poter seguire gli studi classici, iniziati a Palermo e proseguiti all’Università di Roma, da cui venne espulso per aver difeso un collega contro un professore. Pirandello fu quindi costretto a terminare gli studi universitari a Bonn, in Germania, nel cui ateneo si trattenne anche dopo la laurea in qualità di lettore di italiano. Nel 1908, tornato a Roma, con il successo venne per Pirandello la nomina a professore ordinario di Lingua italiana presso il Magistero di Roma, ma cominciò ben presto a rivelarsi la pazzia della moglie, che lo scrittore sopportò per lunghi anni con rassegnazione. Pirandello si dedicò completamente alla letteratura, ma soltanto dopo il 1912 i suoi interessi si spostarono dalla poesia, in cui si era fino ad allora esercitato con risultati scarsi, alla novellistica e infine, a partire dal 1916, alla produzione teatrale, cui è legata la sua maggior gloria. Due sono le grandi novità introdotte nel teatro mondiale da Luigi Pirandello: la prima consiste nell’aver delineato quella rivoluzione che verrà poi sviluppata da Bertolt Brecht e che consiste nel fare raccontare oggettivamente il personaggio dall’attore stesso, estraniato dall’adesione totale al ruolo, anziché coinvolto completamente secondo i dettami della tradizione, non immedesimando l’attore nel personaggio; la seconda novità consiste nell’aver portato sulle scene il senso di solitudine proprio dell’uomo moderno, l’irrimediabile incomunicabilità con i suoi simili. Ma Pirandello si spinge oltre nella sua analisi impietosa, fino a considerare come la personalità dell’uomo finisca per scindersi nella pluralità dei suoi rapporti. E così, come l’impossibilità di comunicare con gli altri ci fa perdere la conoscenza del mondo, la scissione della personalità ci fa smarrire quella di noi stessi. L’autore morì a Roma il 10 dicembre del 1936, circondato dalla fama e dalla considerazione del mondo intero.