DUE NOBEL A TEATRO – Stagione 2005/’06
Si tratta di uno spettacolo che mette a confronto la scrittura teatrale dei due Premi Nobel italiani per il teatro: Luigi Pirandello e Dario Fo, insigniti del prestigioso Premio rispettivamente nel 1934 e nel 1997.
Lo spettacolo si compone di due Atti Unici particolarmente rappresentativi della loro scrittura drammaturgica e della loro poetica. Il tema comune e’ quello dello “scambio della maschera“, trattato con toni tragici e grotteschi dal maestro Luigi Pirandello e con toni comici e dissacranti da Dario Fo.
Il rapporto tra l’essere e l’apparire, tra l’uomo e la maschera, tra noi e gli altri, si manifesta in uno spettacolo di squisita scrittura teatrale e di fortissimo impatto tragicomico. La regia, con un lavoro di rispetto del testo originale e di estrema cura della recitazione, ha costruito uno spettacolo di grande emozione, particolarmente adatto ad un pubblico giovane e passibile di diversi livelli di lettura.
Luigi Pirandello “L’IMBECILLE” (1926)
Il testo teatrale de “L’imbecille” nasce dalla riscrittura della omonima novella pubblicata su “Il Corriere della sera” l’11 settembre 1912. La vicenda si svolge nella redazione di un giornale, in un piccolo paese attraversato da un’accesa lotta politica tra due fazioni contrapposte. Il direttore del giornale discute animatamente della situazione di tensione del paese, quando all’improvviso sopraggiunge la notizia del suicidio di un pover uomo, gia’ collaboratore della redazione, che, colto da depressione e disperazione, ha deciso di togliersi la vita. Il direttore del giornale commenta cinicamente l’evento, accusando la vittima di essersi comportato da “imbecille” morendo inutilmente, senza neanche approfittare della sua scelta estrema per eliminare il leader politico dell’opposta fazione. Ma questo impietoso giudizio gli costera’ caro poiche’ talvolta il carnefice e la vittima si confondono: il “furbo” puo’ in un attimo apparire “imbecille”, e “l’imbecille” “furbo”, attuando cosi’ un virtuale ed inatteso “scambio della maschera”. Nella vita noi non siamo mai al sicuro e non possiamo conoscere la verita’… neanche su noi stessi. “L’imbecille” e’ uno straordinario spaccato dell’Italia, o meglio de “l’Italietta” provinciale intrisa di quel fervore partitocratico cosi’ vibrato e ottuso, che si avvia in marcia verso un difficile futuro,
in un quadro convulso e paradossale che ci fa scoprire la vilta’ dell’inganno ed il rovesciamento del senso della realta’. Pirandello indugia con abile arguzia sulla vacuita’ dei giudizi umani, quando sono dettati da una cieca e ottusa ambizione, in netto contrasto con la diversa posizione di chi, ormai prossimo alla morte, vede le cose con superiore distacco. Con “L’imbecille” Pirandello affronta i conflitti tra verita’ assoluta e illusione, tra coraggio e rifiuto di cio’ che esiste sotto i nostri occhi, e getta il seme corrosivo e polemico che avra’ una preziosa fioritura nel teatro contemporaneo.
Dario Fo “L’UOMO NUDO E L’UOMO IN FRAK” (1957)
Lo “scambio della maschera” assume nell’opera di Dario Fo i toni comici e buffoneschi tipici della commedia dell’arte, calata tuttavia nella contemporaneita’. Il linguaggio e la scrittura dell’autore danno vita ad un testo effervescente e vivace, che portato sulla scena sviluppa uno spettacolo delizioso e comico, volto a prendere di mira i difetti tipici dell’umanita’ con spirito clownesco. I personaggi si scambiano gli abiti ed insieme agli abiti si scambiano i ruoli della vicenda; i vizi restano gli stessi, svelando inevitabilmente i meccanismi comici. La vicenda narra la storia di uno spazzino che, nell’adempiere al proprio dovere, fa una curiosa scoperta: un uomo nudo nascosto nel bidone dell’immondizia. L’uomo si e’ rifugiato nel bidone per coprire le sue nudita’: costui e’ un ambasciatore scappato dal letto dell’amante, poiche’ sorpreso dall’arrivo inatteso del marito di lei. Unico elemento dignitoso una tuba che l’uomo tiene caparbiamente in testa. Da qui prende l’avvio una serie di equivoci e di trovate comiche, in un turbinio di scambi di vestiti e di identita’.
Nel carosello di entrate e uscite di buffi personaggi la situazione si ribalta: i poveri diventano ricchi, gli infelici felici, lo spazzino diviene ambasciatore… e l’ambasciatore… Siamo di fronte ad uno straordinario pezzo di grande sapore comico, scritto con la mano sapiente del facondo drammaturgo che e’ allo stesso tempo smaliziato teatrante.